CADIRASAT – CAPSULA DI RIENTRO ATMOSFERICO SATELLITARE
#LaCampaniaTornaaVolare
ESPERIMENTO ReADI-FP
“Straordinario successo della missione ReADI-FP che permetterà di studiare il problema dell’osteoporosi degli astronauti e consentirà il miglioramento delle terapie osteoporotiche qui sulla Terra – dichiara il Presidente della società ALI, prof. Giovanni Squame. – ALI è stata la principale protagonista di questa bellissima esperienza italiana e napoletana coadiuvata dalla società spaziale MARSCENTER e dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Napoli, quest’ultima come partner scientifico. Uno speciale ringraziamento va tutto il team che ha lavorato con tenacia e competenza a questo progetto. Il pensiero va a chi ha reso grande il settore spaziale campano nel mondo, i proff. Luigi Gerardo Napolitano e Rodolfo Monti ai quali è stata dedicata la missione ReADI-FP”.
Lunedì 30 agosto 2021 l’esperimento ReADI-FP, realizzato nei laboratori della società consortile di Napoli ALI (Aerospace Laboratory for Innovative Components) ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) a bordo di una capsula Dragon della multinazionale statunitense Space X, dopo il lancio avvenuto lo scorso 29 agosto dalla base John F. Kennedy” a Cape Canaveral in Florida. A distanza di due giorni è arrivata dalla NASA la conferma che il minilab contenente l’esperimento si è acceso sta funzionando correttamente.
ReADI-FP è l’acronimo inglese di Reducing Arthritis Dependent Inflammation First Phase ed è un progetto ingegnerizzato da ALI, dalla storica società spaziale MARSCENTER (riavviata nel 2019) e ideato dal team guidato dal prof. Geppino Falco del dipartimento di Biologia applicata dell’Università napoletana Federico II.
Le attività logistiche di volo sono state invece gestite dalla società Nanoracks Europe.
ReADI-FP ha l’obiettivo di prevenire fenomeni di osteoporosi; gli astronauti in missione, sono infatti sottoposti all’alterazione biologica di cellule e organi. In particolare, la microgravità e la ridotta attività fisica sono responsabili dei processi di decalcificazione ossea, come accade al corpo umano sulla Terra in condizioni di immobilità prolungata.
All’origine della sperimentazione c’è un insolito e profondo legame tra lo Spazio e la terra, la “campagna”, le “braccia” dell’antica viticoltura campana.
I “nutraceutici” (le sostanze naturali che incidono sulla protezione delle cellule ossee) utilizzati nella composizione chimica di ReADI-FP sono stati estratti dalle vinacce dell’Aglianico dell’azienda Mastroberardino, famoso vino campano doc che accompagna la tradizionale cucina mediterranea.
“#LaCampaniaTornaaVolare” è l’hashtag scelto come slogan per promuovere le conquiste e i risultati ottenuti negli ultimi anni dal comparto spaziale campano che attualmente annovera 21 centri di eccellenza, con i suoi 12mila addetti (il 22% nazionale) e un valore di esportazione di un miliardo e 147 milioni all’anno, generato da 159 imprese, di cui 22 di grandi dimensioni.
“ReADI-FP non è un risultato occasionale, ma l’ennesima conferma della presenza in Campania di una fortissima rete integrata di ricerca eccellente e di imprese di elevatissima qualità – dichiara il prof. Luigi Carrino, Presidente del Distretto Aerospaziale della Campania (DAC). Questa rete, organizzata dal DAC e fortemente sostenuta dal governo regionale campano, sarà capace di dare un contributo molto importante allo sviluppo sociale ed economico di questa regione”.
“La dimensione pionieristica dello Spazio è cambiata – dichiara l’ing. Mario Cosmo – Direttore Scienza e Ricerca dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) – con nuovi attori che stanno modificando il panorama. Dagli Stati Uniti arrivano opportunità che non possiamo farci sfuggire. L’evento, al di là dell’indubbio prestigio tecnologico, racconta di una visione sempre più competitiva, moderna e innovativa del nostro made in Italy”.
“Con questo lancio andiamo a qualificare il nostro mini laboratorio, che potrà essere utilizzato per condurre diversi tipi di esperimento – Spiega Francesco Punzo Responsabile Operativo ALI – Il prossimo passo sarà quello di testare e qualificare anche la tecnologia (brevettata da ALI) IRENE. Un innovativo sistema di apertura e protezione termica che consentirà di poter riportare a terra il MiniLab in maniera autonoma e con tempistiche dettate dalle esigenze sperimentali piuttosto che dai lanci programmati sulla Stazione Spaziale”.
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